mostra
11 Novembre 2015 > 28 Marzo 2016
Choi Jeong-hwa, Didier Fiuza Faustino, Martino Gamper e Pedro ReyesTransformers
orario museo
lunedì chiuso
da martedì a domenica 11 – 19
la biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo
lunedì chiuso
da martedì a domenica 11 – 19
la biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo
fino al 26 novembre alcune gallerie sono chiuse per allestimento; puoi consultare qui le mostre in corso
acquista online
per i giovani da 18 a 25 anni (non compiuti); per gruppi a partire
da 15 persone; giornalisti iscritti all’albo con tessera di riconoscimento valida; possessori biglietto d’ingresso La Galleria Nazionale, Museo Ebraico di Roma; con esibizione della tessera o badge di riconoscimento: Accademia Costume & Moda, Accademia Fotografica, Biblioteche di Roma, Centro Sperimentale di Cinematografia, Enel (per titolare badge e accompagnatore), FAI – Fondo Ambiente Italiano, Feltrinelli, IN/ARCH – Istituto Nazionale di Architettura, Sapienza Università di Roma, LAZIOcrea, Palazzo delle Esposizioni, Amici di Palazzo Strozzi, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Scuola Internazionale di Comics, Teatro Olimpico, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro di Roma, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Youthcard
valido per un anno dalla data di acquisto
minori di 18 anni; disabili che necessitano di accompagnatore; possessori di EU Disability Card e accompagnatore; dipendenti MiC; accompagnatori e guide turistiche dell’Unione Europea, munite di licenza (rif. circolare n.20/2016 DG-Musei); 1 insegnante ogni 10 studenti; soci AMACI; membri CIMAM – International Committee for Museums and Collections of Modern Art; membri ICOM; giornalisti (che possano comprovare la propria attività); possessori della membership card myMAXXI; studenti e ricercatori universitari di storia dell’arte e architettura dell’Unione Europea, studenti delle accademie di belle arti pubbliche (iscritte AFAM) e studenti Temple University Rome Campus da martedì a venerdì (esclusi festivi); docenti IED – Istituto Europeo di Design, docenti NABA – Nuova Accademia di Belle Arti, docenti RUFA – Rome University of Fine Arts; con esibizione della tessera o badge di riconoscimento: Collezione Peggy Guggenheim a Venezia, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Sotheby’s Preferred, MEP – Maison Européenne de la Photographie; il giorno del tuo compleanno presentando un documento di identità
La Collezione di arte e architettura del MAXXI rappresenta l’elemento fondante del museo e ne definisce l’identità. Da ottobre 2015 è esposta con diversi allestimenti di opere.
lunedì chiuso
da martedì a domenica 11 – 19
la biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo
Ad accogliere il visitatore, nella piazza del museo, l’installazione Golden Lotus di Choi Jeong-hwa, un gigantesco fiore di plastica dai petali dorati di 10 metri di diametro che, gonfiandosi e sgonfiandosi, riproduce la sensazione del respiro. Nelle gallerie interne ancora tre dei suoi spettacolari lavori: Cosmos, una cascata di perle colorate che suggerisce l’immersione tra miriadi di costellazioni; Hubble Bubble, una foresta verde sospesa in cui il pubblico può entrare, esplorare, perdersi; l’installazione Life Life, fatta di lunghi palloncini colorati che ogni giorno si rinnova grazie al loro progressivo cadere, sgonfiarsi e scoppiare e grazie all’intervento dei visitatori che possono gonfiarne e aggiungerne altri.
“La mia arte è il tuo cuore” è il motto dell’artista, che lavora con materiali e oggetti comuni e li trasforma, scoprendo il valore nascosto sotto la superficie degli oggetti, traendo ispirazione dall’armonia e il caos dell’ambiente urbano.
Choi Jeong-hwa (1961) tra gli artisti contemporanei più dinamici e significativi della Corea, è al tempo stesso progettista di edifici, mobili e arredi. Il suo lavoro è stato presentato in numerose biennali tra cui Liverpool (2004), Venezia (2005), e Singapore (2006), così come a Asia House, Londra (2006) e Wolverhampton (2007).
Si intitola Lampedusa ed è l’installazione site specific di Didier Fiuza Faustino, artista e architetto che esplora la relazione intima e intensa tra le condizioni sociali del corpo e la produzione dello spazio, che chiude il percorso di mostra: una gigantesca boa in polistirolo cui aggrapparsi per salvarsi la vita, collocata di fronte a una grande riproduzione de La Zattera della Medusa di Géricault. Altrettanto forte e inquietante l’opera Body in Transit, una cassa progettata per poter essere appesa al carrello di un aereo, uno spazio minimo pensato per il trasporto degli emigranti clandestini, un lavoro di “design” di denuncia presentato alla Biennale di Venezia nel 2000 e presente nelle collezioni del Centre Pompidou. Ultimo lavoro esposto è Exploring Dead Buildings 2.0 , una installazione che l’artista ha realizzato a L’Avana, nell’edificio utopistico progettato nel 1961 – 65 dall’architetto italiano Vittorio Garatti destinato a una scuola di danza mai entrata in funzione. Grazie all’intervento di Faustino l’edificio, in disfacimento, torna a nuova vita.
Artista e architetto, Didier Fiuza Faustino (1968) e il suo Bureau des Mésarchitectures lavorano sulla relazione intima tra il corpo e lo spazio. L’artista si è distinto a più riprese in occasione del Chernikhov Prize (Mosca), ha preso parte a numerose biennali (Venezia, Taipei, Yokohama, San Paolo, Istanbul, Pechino, ecc) e nel 2009 ha creato Evento, nuovo appuntamento artistico e urbano di Bordeaux. Tra le sue opere più rappresentative, la H Box per Hermès (2006), padiglione video itinerante destinato a essere presentato in differenti musei di tutto il mondo (Tate Modern a Londra, Centre Pompidou a Parigi, Fondation Beyeler a Basilea, ecc), Body in Transit (2000), spazio minimale e critico per il trasporto dei clandestini, presentato alla Biennale di Venezia e presente nelle collezioni del Centre Pompidou, Double Happiness (2009), doppia altalena aerea presentata alla Biennale di Hong Kong/Shenzhen.
Proseguendo il percorso di mostra, si incontra Post Forma, una particolare collezione di sedie che, con interventi di tessuto filato a mano e vetro soffiato, cambiano, si modificano, si trasformano.
È il progetto che Martino Gamper, il cui lavoro si pone al confine tra arte e design enfatizzando il work-in-progress e la partecipazione sociale, ha pensato per il MAXXI. La sedia implica riposo, socialità, dialogo, scambio. Il pubblico del MAXXI potrà utilizzare le sedie di Gamper e attivare così quelle relazioni connesse al sedersi.
Martino Gamper (1971) vive e lavora a Londra. Dopo aver lavorato come apprendista con un produttore di mobili a Merano, Gamper ha studiato scultura con Michelangelo Pistoletto presso l’Accademia di Belle Arti di Vienna. Nel 2000 ha completato un Master al Royal College of Art di Londra, dove ha studiato con Ron Arad. Lavorando al confine tra design e arte, Martino Gamper si impegna in una serie di progetti, dalla progettazione espositiva, all’interior design, commissioni e design dei prodotti di massa per l’industria del mobile internazionale. Gamper ha presentato le sue opere e i suoi progetti in tutto il mondo. Tra le ultime mostre e commissioni: Design is a State of Mind, alla Serpentine Gallery, poi alla Pinacoteca Agnelli di Torino e al Museion di Bolzano; Bench Years, commissione London Design Festival, V&A Museum di Londra (2012).
Post Forma è stata realizzata grazie al supporto della Galleria Franco Noero
Sono l’emblema della violenza e dell’aggressività. Ma possono diventare musica e veicolare un messaggio di pace. Così Pedro Reyes, formazione da architetto, che ama esplorare gli spazi e sfidare le convenzioni, trasforma pistole e fucili in un’orchestra meccanica, l’installazione Disarm, realizzata con i resti delle armi raccolte e distrutte dall’esercito messicano. In mostra anche Disarm Instruments: cinque sculture realizzate anch’esse con armi, che riproducono strumenti musicali come violino, basso, xilofono, flauto di pan e bastone della pioggia. A completare il lavoro e stimolare ulteriormente la riflessione, Reyes realizzerà un giornale con dati, numeri, informazioni sconcertanti sulla produzione e il traffico d’armi.
Pedro Reyes (1972) opera all’interno di un complesso sistema che sfida la le convenzioni Formatosi come architetto, i suoi progetti sono caratterizzati da un interesse per la progettazione e per la definizione di principi strutturali, con elementi di teatro, psicologia e attivismo. Nel 2008, Pedro Reyes realizza Palas Por Pistolas dove 1527 pistol, raccolte in Messico sono trasformate in pale da giardinaggio. Nel 2012 lavora su Disarm, una serie di strumenti musicali costruiti con armi. Nella sua pratica l’utilizzo dello spazio è connaturato all’utilizzo di strutture simboliche e reali per migliorare la comunicazione e la creatività umana come nel progetto Sanatorium, un spazio tra psicologia e arte, realizzato per il Guggenheim di New York e allestito a Documenta 13 (Kassel).
Disarm è stata realizzata grazie al supporto della Lisson Gallery
Galleria 3
a cura di Hou Hanru e Anne Palopoli
Attraversare una foresta sospesa e scoprire che è fatta di 3000 scolapasta in plastica, ascoltare la melodia prodotta da un’orchestra fatta di armi, sedersi su una sedia che con interventi in tessuto ha cambiato la sua forma originale, immaginarsi soli in mezzo al mare aggrappati a una boa gigantesca. Sono alcuni dei progetti di Choi Jeong-hwa, Didier Fiuza Faustino, Martino Gamper e Pedro Reyes, quattro Transformer che sono al contempo artisti, designer e attivisti sociali.
Attraverso le opere dei quattro creatori, la realtà si trasforma in un’altra realtà, che accende la fantasia, stimola la riflessione, invita alla condivisione e all’esperienza, a vedere oltre.
Il nostro mondo è in trasformazione, una combinazione di analogico e digitale che sta modificando il modo di vivere.
Le nuove tecnologie stanno cambiando il modo in cui ci definiamo come esseri umani e dunque “trasformazione” è oggi la parola chiave delle nostre esistenze. Di fronte a questo mutamento epocale, numerosi autori hanno messo in atto tentativi rivoluzionari di rispondere alla sfida, sia attraverso forme di resistenza che di innovazione.
Insieme al pubblico, i quattro “transformer” provenienti da diverse parti del mondo, danno vita al MAXXI a una mostra visionaria e stimolante.
Il coreano Choi Jeong-Hwa, ispirandosi alla saggezza e all’estetica popolare, trasforma “installazioni artistiche e architettoniche” in manifestazioni provocatorie a sostegno dei “buoni valori” e di una “vita felice”.
Il franco-portoghese Didier Faustino mette alla prova la percezione comune dello spazio e la convenzionalità dei nostri comportamenti, attraverso dispositivi che ci costringono a un confronto con i nostri limiti fisici e mentali, in una nuova realtà contraddistinta dalla tensione tra urgenze sociali e richieste di libertà.
L’italiano Martino Gamper adotta la cultura della collaborazione nota come DIY (Do-It-Yourself), reinterpretando l’idea del fare attraverso il riciclaggio e l’atto del reinventare.
Il messicano Pedro Reyes fa sì che l’interazione sociale possa intraprendere nuovi percorsi, utilizzando il realismo e la pace come mezzi di resistenza contro la violenza e la guerra.
Dal 29 gennaio al 1 febbraio 2016, Golden Lotus di Choi Jeong-hwa sarà trasferita nel cuore di Roma, a Piazza San Silvestro per poi tornare ad accogliere nuovamente i visitatori del MAXXI a partire da martedì 2 febbraio.
Il video è stato realizzato dagli studenti di Cinema della RUFA – Rome University Of Fine Arts – coordinati dal Prof. Raffaele Simongini
Disarm è stata realizzata grazie al supporto della Lisson Gallery
Post Forma è stata realizzata grazie al supporto della Galleria Franco Noero
GLI ARTISTI E LE OPERE
Choi Jeong-hwa
Didier Fiuza Faustino
Martino Gamper
Pedro Reyes
Cataloghi della mostra
Catalogo della mostra
2015
Transformers