mostra
14 Aprile 2022 > 16 Ottobre 2022

Daido Moriyama con Shomei TomatsuTOKYO REVISITED

galleria 3
a cura di Hou Hanru, Elena Motisi

#tokyorevisited

orario museo

lunedì chiuso
da martedì a domenica 11 – 19
la biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo

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Descrivendosi come: «Cani randagi che percorrono la città mentre si guardano attorno inconsciamente», i due artisti scattano foto a tutti coloro che si muovono davanti a loro.

Tokyo è una delle città cosmopolite più affascinanti del mondo, offre un’infinità e una ricchezza di fonti di ispirazione per la creazione artistica. La fotografia, sopratutto la street photography, rappresenta la sua espressione più originale grazie a nomi famosi come Daido Moriyama e il suo maestro Shomei Tomatsu, da sempre impegnati nell’esplorazione delle situazioni della società giapponese del dopoguerra e della sua evoluzione contemporanea.

Tomatsu lavora attivamente catturando scene socialmente e politicamente coinvolgenti. Moriyama, da parte sua, ama immergersi nella gioia e nell’entusiamo prodotti dalla società del consumo. Tutti e due gli artisti però sono accomunati dal trattare la fotografia più come un modo di vivere che come un genere artistico.

I visitatori sono invitati a “rivisitare” Tokyo fisicamente, connettendola con la realtà romana: una città in bilico tra l’eterna negoziazione con le sue rovine storiche, e proiezioni futuristiche per il domani.

in testata: Daido Moriyama. Japan a photo theater (1968). Credit: © Daido Moriyama Photo Foundation. Courtesy Akio Nagasawa Gallery


videogallery
Radicals: Seijun Suzuki, Kaneto Shindō, Kazuo Ōno

In occasione della mostra, una rassegna con film di registi e creativi che condividono con Daido Moriyama uno sguardo controcorrente, rivoluzionario e mai convenzionale sul Giappone. Il carattere pop e surreale dei film di Seijun Suzuki (19 luglio > 7 agosto), quello più rigoroso e austero delle pellicole di Kaneto Shindō (9 > 28 agosto) e ancora l’essenza mistica della danza Butō di Kazuo Ōno (30 agosto > 18 settembre) rappresentano manifestazioni diverse di un comune bisogno di raccontare il doppio volto del Giappone del dopoguerra, di portare alla luce le ombre e la fragilità dell’esistenza, di rompere tabù per ribadire la libertà di scelta e espressione dell’individuo.


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