mostra
03 Maggio 2022 > 15 Maggio 2022

videogalleryChain ReactionFilm e video dall’Ucraina

videogallery – ingresso gratuito
a cura di Mykola Ridnyi, Alessandra Troncone

Uno sguardo articolato e multisfaccettato non solo sulla produzione video ucraina ma su un paese che l’Europa oggi sente ancora più vicino.

«Quando nel 2021 abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto, l’obiettivo era presentare il primo focus sull’arte contemporanea ucraina in Italia, in occasione del trentesimo anniversario dell’indipendenza dell’Ucraina (1991)», raccontano i curatori. Chain Reaction vuole rimarcare, nel contesto contemporaneo, l’indipendenza della produzione culturale e artistica ucraina attraverso le voci di alcuni dei suoi protagonisti dell’ultima generazione.

Piotr Armianovski | Uli Golub | Dana Kavelina | Oksana Kazmina | Zoia Laktionova | Oleksiy Radynsky | Mykola Ridnyi | Daniil Revkovskyi e Andriy Rachinsky | Ruins collective: Elias Parvulesco, Svitlana Pototska, Teta Tsybulnyk | Anna Scherbyna

Concepita come una narrazione fluida tra passato, presente e futuro, la rassegna riunisce una selezione di film e video presentati in sequenza come in una catena dove temi diversi si intrecciano e si richiamano l’un altro, in un possibile gioco di rimandi interni che mostra ogni lavoro implicitamente connesso all’altro. La sequenza si apre con uno sguardo a volo d’uccello sulla riserva di Zamglai, una delle più grandi aree paludose in Ucraina, e si chiude con l’immagine distopica – forse profetica – di un scenario apocalittico da cui è scomparsa la presenza umana; emergono da questa “reazione a catena” temi generali che incontrano e seguono il dibattito internazionale (gli effetti del cambiamento climatico, le problematiche di genere), ma che anche si intrecciano con eventi e aspetti più specificamente legati al contesto socio-politico ucraino: la guerra nelle regioni di Donetsk e Luhansk scoppiata nel 2014, la massiccia emigrazione lavorativa verso paesi dell’Unione Europea, la lotta dei diritti umani, delle istanze femministe e del movimento LGBTQIA+ contro ideologie conservatrici, la trasformazione urbanistica, la questione ecologica.

in testata: Piotr Armianovski, Sloviansk, 2014-2018.