Un omaggio ispirato ai capisaldi della ricerca di Nono, sempre in controtendenza rispetto ai dogmi e orientata all’apertura verso l’utopia.
Il titolo del concerto è ispirato a tre importanti opere di Luigi Nono Caminantes … Ayacucho (1986/1987) No hay caminos hay que caminar… Andrej Tarkowskij (1987) e Hay que caminar soñando (1989) che si riferiscono alla frase che fu illuminante per la sua ricerca, “Caminantes, no hay caminos, hay que caminar”, ovvero: «Oh voi che camminate, non vi sono strade, c’è da camminare». Non esistono percorsi segnati, strade certe e sicure, bisogna rifiutare i dogmi e le vie predeterminate per aprirsi all’utopia, alla ricerca incessante, quella del Wanderer o di Prometeo.
È in quest’ottica di ricerca e di rigore che è stato pensato il programma di questa sera che parte da Rain tree (1981) un brano dell’importante compositore giapponese Toru Takemistu ispirato all’albero della pioggia. Passando per i brani di John Cage Trio per 3 percussionisti, Julia Wolfe Dark Full Ride per 4 percussionisti, Morton Feldman The king of Denmark per 1 percussionista, Lukas Ligeti Pattern transfomation per 4 esecutori e 2 marimbe, Yannis Xenakis Rebonds B per 1 percussionista, Lou Harrison The song of quetzalcoatl per 4 percussionisti.
introduce
Fabio Galadini Direttore Artistico “Progetto speciale 2024” MIC, curatore del progetto
concerto
Antonio Caggiano Direttore Giulio Ancarani, Alessio Cavaliere, Francesco Conforti, Davide Fabrizio, Di Mattia Berardo, Matteo Fracassi, Roberto Iemma, Matteo Lelii, Davide Soro percussioni
Una coproduzione Associazione Culturale Civitafestival – Fondazione MAXXI, nell’ambito del Progetto speciale 2024 – Ministero della Cultura. Con il patrocinio della Società Italiana di Estetica e di Kaiak. A Philosophical Journey.
Un omaggio ispirato ai capisaldi della ricerca di Nono, sempre in controtendenza rispetto ai dogmi e orientata all’apertura verso l’utopia.
Il titolo del concerto è ispirato a tre importanti opere di Luigi Nono Caminantes … Ayacucho (1986/1987) No hay caminos hay que caminar… Andrej Tarkowskij (1987) e Hay que caminar soñando (1989) che si riferiscono alla frase che fu illuminante per la sua ricerca, “Caminantes, no hay caminos, hay que caminar”, ovvero: «Oh voi che camminate, non vi sono strade, c’è da camminare». Non esistono percorsi segnati, strade certe e sicure, bisogna rifiutare i dogmi e le vie predeterminate per aprirsi all’utopia, alla ricerca incessante, quella del Wanderer o di Prometeo.
È in quest’ottica di ricerca e di rigore che è stato pensato il programma di questa sera che parte da Rain tree (1981) un brano dell’importante compositore giapponese Toru Takemistu ispirato all’albero della pioggia. Passando per i brani di John Cage Trio per 3 percussionisti, Julia Wolfe Dark Full Ride per 4 percussionisti, Morton Feldman The king of Denmark per 1 percussionista, Lukas Ligeti Pattern transfomation per 4 esecutori e 2 marimbe, Yannis Xenakis Rebonds B per 1 percussionista, Lou Harrison The song of quetzalcoatl per 4 percussionisti.
introduce
Fabio Galadini Direttore Artistico “Progetto speciale 2024” MIC, curatore del progetto
concerto
Antonio Caggiano Direttore Giulio Ancarani, Alessio Cavaliere, Francesco Conforti, Davide Fabrizio, Di Mattia Berardo, Matteo Fracassi, Roberto Iemma, Matteo Lelii, Davide Soro percussioni
Una coproduzione Associazione Culturale Civitafestival – Fondazione MAXXI, nell’ambito del Progetto speciale 2024 – Ministero della Cultura. Con il patrocinio della Società Italiana di Estetica e di Kaiak. A Philosophical Journey.