Galleria 3 – Le Salon Bibliothèque
ingresso € 5 – l’acquisto del biglietto dà diritto a un ingresso ridotto al museo entro una settimana dall’emissione
gratuito con il biglietto del museo e per i possessori della card myMAXXI, con possibilità di prenotazione del posto per i primi 10 scrivendo a mymaxxi@fondazionemaxxi.it
Un appuntamento per presentare le tematiche e i linguaggi dell’afrofuturismo nel loro incontro con il femminismo
Nata negli anni ’70, la corrente culturale dell’afrofuturismo è quell’area concettuale formatasi tra culture afrodiasporiche, tecnologia e fantascienza, venuta poi a contatto con le istanze del femminismo. L’ambito etico-estetico dell’afrofuturismo viene quindi riferito all’utopia di futuri alternativi possibili in chiave antirazziale e femminista. Ne è stato antesignano Sun Ra, poeta, pianista e compositore jazz, negli anni ’40-’50, e iniziatrice la scrittice afro-americana Octavia Butler che, nei suoi romanzi di fantascienza, ha rappresentato quella che è una “sensibilità culturale” più che un movimento.
Nel tempo l’afrofemminismo si è espresso nell’immaginario narrativo e artistico, o nella musica e nella moda. I temi della differenza sessuale e di genere, della emarginazione e oppressione razziale, della migrazione odierna, della fuga dalla devastazione del pianeta sono richiamati nella videoarte dell’artista keniana Wangechi Mutu.
Introduce
Anne Palopoli curatore MAXXI
Intervengono
Lidia Curti Università di Napoli “L’Orientale”.
Claudia Attimonelli Università “Aldo Moro” di Bari.
Enrica Picarelli ricercatrice indipendente
Karima 2G cantante e beatmaker
Galleria 3 – Le Salon Bibliothèque
ingresso € 5 – l’acquisto del biglietto dà diritto a un ingresso ridotto al museo entro una settimana dall’emissione
gratuito con il biglietto del museo e per i possessori della card myMAXXI, con possibilità di prenotazione del posto per i primi 10 scrivendo a mymaxxi@fondazionemaxxi.it
Un appuntamento per presentare le tematiche e i linguaggi dell’afrofuturismo nel loro incontro con il femminismo
Nata negli anni ’70, la corrente culturale dell’afrofuturismo è quell’area concettuale formatasi tra culture afrodiasporiche, tecnologia e fantascienza, venuta poi a contatto con le istanze del femminismo. L’ambito etico-estetico dell’afrofuturismo viene quindi riferito all’utopia di futuri alternativi possibili in chiave antirazziale e femminista. Ne è stato antesignano Sun Ra, poeta, pianista e compositore jazz, negli anni ’40-’50, e iniziatrice la scrittice afro-americana Octavia Butler che, nei suoi romanzi di fantascienza, ha rappresentato quella che è una “sensibilità culturale” più che un movimento.
Nel tempo l’afrofemminismo si è espresso nell’immaginario narrativo e artistico, o nella musica e nella moda. I temi della differenza sessuale e di genere, della emarginazione e oppressione razziale, della migrazione odierna, della fuga dalla devastazione del pianeta sono richiamati nella videoarte dell’artista keniana Wangechi Mutu.
Introduce
Anne Palopoli curatore MAXXI
Intervengono
Lidia Curti Università di Napoli “L’Orientale”.
Claudia Attimonelli Università “Aldo Moro” di Bari.
Enrica Picarelli ricercatrice indipendente
Karima 2G cantante e beatmaker