Foyer Guido Reni – ingresso libero
Un nuovo sguardo sulle esistenze carcerarie: la vita tra i detenuti, la violenza istituzionale, la relazione che corre fra carcere, differenza e salute.
Un reading di brani dall’ampia letteratura nata in situazioni di detenzione, scelti e commentati da Alvise Sbraccia, ricercatore di Sociologia del diritto, della devianza e del mutamento sociale all’Università di Bologna.
L’incontro, organizzato in occasione della mostra Please Come Back. Il mondo come prigione?, apre un nuovo sguardo sulle esistenze carcerarie e attraverso la voce di esperienze dirette, affronta temi urgenti e costanti, come la difficoltà fra assetti normativi ed equilibri contingenti, i meccanismi di adattamento sviluppati durante l’esperienza detentiva, le strategie e pratiche cui il detenuto ricorre a livello individuale e collettivo; e ancora l’irriducibile opposizione fra controllati e controllori, e il carcere inteso come contenitore di differenze, senza dare per scontato che sia esso stesso a produrle e stabilizzarle, marcando sempre di più l’accezione di “classi pericolose” e marginali.
A leggere brani che raccontano la vita tra i detenuti, la violenza istituzionale, la relazione che corre fra carcere, differenza e salute, tre giovani attori: Alberto Melone, Francesca Pasquini e Filippo Tirabassi.
Foyer Guido Reni – ingresso libero
Un nuovo sguardo sulle esistenze carcerarie: la vita tra i detenuti, la violenza istituzionale, la relazione che corre fra carcere, differenza e salute.
Un reading di brani dall’ampia letteratura nata in situazioni di detenzione, scelti e commentati da Alvise Sbraccia, ricercatore di Sociologia del diritto, della devianza e del mutamento sociale all’Università di Bologna.
L’incontro, organizzato in occasione della mostra Please Come Back. Il mondo come prigione?, apre un nuovo sguardo sulle esistenze carcerarie e attraverso la voce di esperienze dirette, affronta temi urgenti e costanti, come la difficoltà fra assetti normativi ed equilibri contingenti, i meccanismi di adattamento sviluppati durante l’esperienza detentiva, le strategie e pratiche cui il detenuto ricorre a livello individuale e collettivo; e ancora l’irriducibile opposizione fra controllati e controllori, e il carcere inteso come contenitore di differenze, senza dare per scontato che sia esso stesso a produrle e stabilizzarle, marcando sempre di più l’accezione di “classi pericolose” e marginali.
A leggere brani che raccontano la vita tra i detenuti, la violenza istituzionale, la relazione che corre fra carcere, differenza e salute, tre giovani attori: Alberto Melone, Francesca Pasquini e Filippo Tirabassi.