Sala Graziella Lonardi Buontempo – ingresso libero fino a esaurimento posti
10 posti nominali riservati per i titolari della card myMAXXI scrivendo a mymaxxi@fondazionemaxxi.it, entro il giorno prima dell’evento
Un libro, edito da Quodlibet, che affronta il tema dell’utilizzo di quella grande eredità che è l’edilizia residenziale pubblica prodotta nella seconda metà del Novecento.
Questo patrimonio di case popolari coincide infatti, per lo più, con la moderna periferia delle città, e viene spesso percepita dall’opinione pubblica come problematica, brutta, sbagliata, luogo di degrado estetico, sociale, fisico e ambientale. Eppure, a partire dal secondo dopoguerra, la periferia costituisce ormai per quantità una parte rilevante delle nostre realtà urbane, una realtà nella quale diventa sempre più difficile distinguere lo stile dell’intervento pubblico dalla sua imitazione privata.
Secondo gli autori questo patrimonio può diventare una risorsa su cui innescare processi di trasformazione – Renzo Piano li definirebbe «rammendi» -, probabilmente gli unici sostenibili dal punto di vista economico, sociale e ambientale.
Introducono
Elena Tinacci MAXXI Architettura
Anna Maria Giovenale Preside Facoltà di Architettura, Sapienza Università di Roma
Intervengono
Franco Purini architetto, Professore emerito Sapienza Università di Roma
Daniel Modigliani architetto e urbanista
Spartaco Paris e Roberto Bianchi architetti e docenti, autori del libro
Modera
Eleonora Carrano architetto
In collaborazione con Quodlibet e Facoltà di Architettura – Sapienza Università di Roma
Sala Graziella Lonardi Buontempo – ingresso libero fino a esaurimento posti
10 posti nominali riservati per i titolari della card myMAXXI scrivendo a mymaxxi@fondazionemaxxi.it, entro il giorno prima dell’evento
Un libro, edito da Quodlibet, che affronta il tema dell’utilizzo di quella grande eredità che è l’edilizia residenziale pubblica prodotta nella seconda metà del Novecento.
Questo patrimonio di case popolari coincide infatti, per lo più, con la moderna periferia delle città, e viene spesso percepita dall’opinione pubblica come problematica, brutta, sbagliata, luogo di degrado estetico, sociale, fisico e ambientale. Eppure, a partire dal secondo dopoguerra, la periferia costituisce ormai per quantità una parte rilevante delle nostre realtà urbane, una realtà nella quale diventa sempre più difficile distinguere lo stile dell’intervento pubblico dalla sua imitazione privata.
Secondo gli autori questo patrimonio può diventare una risorsa su cui innescare processi di trasformazione – Renzo Piano li definirebbe «rammendi» -, probabilmente gli unici sostenibili dal punto di vista economico, sociale e ambientale.
Introducono
Elena Tinacci MAXXI Architettura
Anna Maria Giovenale Preside Facoltà di Architettura, Sapienza Università di Roma
Intervengono
Franco Purini architetto, Professore emerito Sapienza Università di Roma
Daniel Modigliani architetto e urbanista
Spartaco Paris e Roberto Bianchi architetti e docenti, autori del libro
Modera
Eleonora Carrano architetto
In collaborazione con Quodlibet e Facoltà di Architettura – Sapienza Università di Roma