lunedì chiuso
da martedì a domenica 11 – 19
la biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo
martedì 24 dicembre ore 11 > 16
lunedì 25 dicembre chiuso
martedì 31 dicembre ore 11 > 16
mercoledì 1 gennaio ore 11 > 19
lunedì 6 gennaio ore 11 > 20
per i giovani da 18 a 25 anni (non compiuti); per gruppi a partire da 15 persone; possessori biglietto d’ingresso La Galleria Nazionale, Museo Ebraico di Roma; con esibizione della tessera o badge di riconoscimento: Accademia Costume & Moda, Accademia Fotografica, Biblioteche di Roma, Centro Sperimentale di Cinematografia, Enel (per titolare badge e accompagnatore), FAI – Fondo Ambiente Italiano, Feltrinelli, Gruppo FS, IN/ARCH – Istituto Nazionale di Architettura, Sapienza Università di Roma, LAZIOcrea, Palazzo delle Esposizioni, Amici di Palazzo Strozzi, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Scuola Internazionale di Comics, Teatro Olimpico, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro di Roma, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Youthcard; presentando alle casse un biglietto Frecciarossa o Frecciargento con destinazione Roma effettuato tra il 27 novembre 2024 e il 20 aprile 2025
valido per un anno dalla data di acquisto
minori di 18 anni; disabili che necessitano di accompagnatore; possessori di EU Disability Card e accompagnatore; dipendenti MiC; possessori della card myMAXXI; giornalisti iscritti all’albo con tessera di riconoscimento valida; accompagnatori e guide turistiche dell’Unione Europea, munite di licenza (rif. circolare n.20/2016 DG-Musei); 1 insegnante ogni 10 studenti; soci AMACI; membri CIMAM – International Committee for Museums and Collections of Modern Art; membri ICOM; giornalisti (che possano comprovare la propria attività); studenti e ricercatori universitari di storia dell’arte e architettura dell’Unione Europea, studenti delle accademie di belle arti pubbliche (iscritte AFAM) e studenti Temple University Rome Campus da martedì a venerdì (esclusi festivi); docenti IED – Istituto Europeo di Design, docenti NABA – Nuova Accademia di Belle Arti, docenti RUFA – Rome University of Fine Arts; con esibizione della tessera o badge di riconoscimento: Collezione Peggy Guggenheim a Venezia, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Sotheby’s Preferred, MEP – Maison Européenne de la Photographie; il giorno del tuo compleanno presentando un documento di identità
La Collezione di arte e architettura del MAXXI rappresenta l’elemento fondante del museo e ne definisce l’identità. Da ottobre 2015 è esposta con diversi allestimenti di opere.
lunedì chiuso
da martedì a domenica 11 – 19
la biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo
martedì 24 dicembre ore 11 > 16
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INCOMPIUTO – LA NASCITA DELLO STILE
2017-2018
VIADOTTO MUSSUMELI
2018
MANIFESTO INCOMPIUTO
2006-2020
UNTITLED
2020
UNTITLED INCOMPIUTO 5
2019
SE LA MIA VITA
2019
COMITINI
2019
Per oltre dieci anni il collettivo artistico Alterazioni Video ha raccontato il fenomeno delle opere pubbliche incompiute in Italia, indagando in modo multi-disciplinare le relazioni tra queste strutture architettoniche e il contesto nel quale sono inserite, affermandone il loro valore artistico e proponendo una nuova definizione stilistica. La realizzazione di un atlante fotografico di questi incompiuti ha infatti permesso al collettivo di delineare uno stile architettonico sui generis presente su tutto il territorio nazionale. Le opere incompiute sono luoghi di una memoria collettiva: nate come rovine e prodotte da un tempo compresso, sono architetture che danno forma al paesaggio e rappresentano un patrimonio culturale e artistico che ci costringe a interrogarci sulle dinamiche del progresso, sui suoi limiti e i suoi fallimenti, pur riconoscendogli una insolita e potente valenza estetica.
L’installazione Incompiuto: La nascita di uno stile è stata realizzata grazie al finanziamento dell’Italian Council, 2017
Ente promotore
Associazione culturale Incompiuto Siciliano, Riposto (CT)
Sede definitiva dell’opera
Galleria d’Arte Moderna di Palermo
SAN VITTORE
2018
San Vittore è il secondo film della trilogia di Yuri Ancarani che comprende anche San Siro (2014) e San Giorgio (2019). Lo sguardo di Ancarani rilegge, nelle tre opere, lo stadio, la banca e il carcere quali luoghi della comunità, luoghi fatti di una ritualità condivisa, di relazioni tra persone, di corpi in movimento che dialogano con lo spazio architettonico. Nei lavori dell’artista, costruiti su atmosfere percepite, immagini antinarrative, inquadrature che suggeriscono scenari, suoni che aprono a immaginari, a essere indagato è l’uomo contemporaneo nei lati più oscuri del suo vivere quotidiano. In San Vittore l’artista riprende il penitenziario, soffermandosi sulla condizione e sul rapporto dei bambini con i genitori detenuti. In particolare, è sui più piccoli che si concentra il suo interesse, su come vivono e percepiscono i controlli, le perquisizioni, la prigionia in occasione delle visite ai genitori. Il carcere viene quindi raccontato da Ancarani, che per questo progetto ha dialogato con l’associazione Bambinisenzasbarre, attraverso i disegni realizzati dai bambini.
DCP, colore, suono 5.1, 12 min
Courtesy: Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli
Opera realizzata grazie al finanziamento dell’Italian Council, 2017
Ente promotore
Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli
Sede definitiva dell’opera
Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli
ANASTASIS | ΆΝΆΣΤΑΣΙΣ (HEILIG GRAF)
ANASTASIS | ΆΝΆΣΤΑΣΙΣ (ANNUNCIAZIONE)
2018
Anastasis | άνάστασις è un intervento monumentale realizzato all’interno dell’edificio di culto più antico di Amsterdam, Oude Kerk (Chiesa Vecchia). Ispirato alle vicende storiche della conversione dal culto cattolico a quello protestante (1566-1578), il progetto di Giorgio Andreotta Calò sviluppa una riflessione sui processi di iconoclastia che accompagnano ancora oggi radicali cambiamenti religiosi, politici e sociali. Attraverso l’applicazione di filtri rossi sull’intera superficie vetrata della chiesa, di 1.600 m2, l’interno dell’edificio è stato invaso da una luce rossa, satura, simile a quella di una camera oscura. Il 23 settembre 2018 l’ultima vetrata rimasta inalterata, all’interno della cappella del Santo Sepolcro (Heilig Graf), è stata sostituita da una finestra in vetro anch’esso rosso. La fotografia (Heilig Graf) inquadra la nicchia vuota illuminata da tale finestra. L’uso del filtro rosso, oltre a creare un legame formale con l’intervento nella chiesa, assume un significato simbolico poiché nel processo chimico di sviluppo fotografico analogico preserva la latenza o impedisce lo sviluppo delle immagini. La grande fotografia dell’Annunciazione è invece il risultato di un’impressione fotografica avvenuta per contatto, ovvero facendo aderire la carta fotosensibile alle poche vetrate sopravvissute alla furia iconoclasta. Essa rappresenta il momento antecedente la nascita di Cristo, mentre (Heilig Graf) quello conclusivo della sua vita poiché ritrae la cappella del Santo Sepolcro che originariamente ospitava una scultura della deposizione.
stampa fotografica su carta baritata ai sali d’argento e filtro inattinico rosso
Courtesy: La Triennale di Milano
12 impressioni fotografiche su carta politenata ai sali d’argento realizzata per contatto con vetrata policroma
Courtesy: l’artista / the artist
La fotografia e la vetrata Anastasis | άνάστασις (Heilig Graf) sono state in parte realizzate grazie al finanziamento dell’Italian Council, 2017
Ente promotore
Oude Kerk, Amsterdam
Sede definitiva dell’opera
La Triennale di Milano
IL CORNO MANCANTE
2017-2018
Il corno mancante è un flusso di ricerca cadenzato da varie azioni performative che hanno avuto luogo tra Milano, Palermo e Stoccarda, e da due interventi rituali nel luglio 2018 al MUDEC – Museo delle Culture di Milano, e sul Monte Stella, collina artificiale creata con con i detriti generati dai bombarbamenti aerei sulla città durante la seconda guerra mondiale. Nell’estate del 1943 una bomba incendiaria inglese colpì la sede delle collezioni etnografiche di Castello Sforzesco. Molti reperti bruciarono mentre altri andarono perduti tra le macerie dell’edificio crollato. La scultura del Distruttore della Morte (Yamāntaka) della Dinastia Qing fu una tra le opere recuperate, mutila: il suo corno sinistro è ancora dentro una di quelle colline spiraliformi ricoperte di verde, che sembrano trascendere sia la storia sia la geografia del luogo. Il video racconta la ricerca di Contini del corno mancante. Questa impossibile ricerca è sentita dall’artista come un’occasione di ricomposizione simbolica non solo dei reperti che durante il colonialismo furono sottratti ai loro contesti di origine (e successivamente distrutti durante una guerra fra potenze europee) ma anche di una società plurale e unita.
installazione: video 16:9 trasferito in digitale (colore, suono), macerie, disegni, elementi 32 min 07 sec
Courtesy: l’artista
Courtesy per il video: MUDEC – Museo delle Culture, Milano
Il video e le azioni performative che hanno accompagnato il processo di ricerca sono stati realizzati grazie al finanziamento dell’Italian Council, 2017
Ente promotore
Viafarini, Milano
Sede definitiva dell’opera
MUDEC – Museo delle Culture, Milano
DIRANNO CHE LI HO UCCISI IO
2017-2018
Diranno che li ho uccisi io è un progetto dedicato al Cinema e al suo ruolo nella definizione della società del Novecento. Attraverso la ricostruzione di sceneggiature di film italiani mai realizzati, Danilo Correale indaga temi attuali quali il colonialismo, il femminismo, le differenze di classe, gli Anni di Piombo e la religione. Il video segue le riflessioni di un archivista solitario (Ernesto Mahieux) mentre naviga uno spazio burocratico senza tempo, simile a un flusso di coscienza o a un sogno. Immerso in questo luogo, il pubblico viene guidato attraverso frammenti di storie che si susseguono: un’introduzione coreografata ispirata a La ballata degli angeli assassini di Claudio Caligari, Un dio nero un diavolo bianco di Sergio Spina sul colonialismo italiano, le vicende delle Brigate Rosse narrate da Dario Argento e tratte da La brigata inesistente di Augusto Tretti, la vita di Simone Weil in Lettere dall’interno di Liliana Cavani e quella di San Giuseppe da Copertino in A Boccaperta di Carmelo Bene.
video full HD, anamorfico, suono, 35 min / full HD video, anamorphic, sound, 35 min
Courtesy: MART – Museo d’Arte moderna e contemporanea di Rovereto e Trento
serie di 6 disegni a matita
mappa su vinile
Courtesy: l’artista
Il video è stato realizzato grazie al finanziamento dell’Italian Council, 2017
Ente promotore
Careof, Milano
Sede definitiva dell’opera
MART – Museo d’Arte moderna e contemporanea di Rovereto e Trento
LE BARON CHÉPER
2017-2018
L’opera Le Baron Chéper (gioco di parole sul titolo francese del romanzo di Italo Calvino Le Baron Perché/ Il Barone rampante) è il risultato di un periodo che Nicolò Degiorgis ha trascorso a Grenoble nell’ambito del programma: Politique de l’hospitalité. Programme de résidence située. Le fotografie analizzano la situazione migratoria della città francese e in particolare dei quartieri dell’Arlequin e della Villeneuve. Questi distretti, costruiti tra gli anni Settanta e Ottanta in una zona periferica della città, erano stati pensati quali luoghi dove mettere in pratica esperimenti sociali di mescolanza etnica e creare un senso di comunità attraverso il ruolo attivo della cittadinanza. Oggi veri e propri ghetti, questi contesti di segregazione urbana raccontano una più ampia problematica di integrazione, drammaticamente attuale in Europa. L’occhio di Degiorgis è concentrato sul cogliere le architetture intensive delle periferie e la natura che le circonda alla luce della sera, quando gli abitanti dei quartieri abbandonano gli spazi urbani e vivono quelli domestici, privati.
20 stampe fotografiche a getto d’inchiostro su carta baritata
Courtesy: Museion, Bolzano
Opera realizzata grazie al finanziamento dell’Italian Council, 2017
Ente promotore
École Supériore d’Art et de Design (ESAD), Grenoble
Sede definitiva dell’opera
Museion, Bolzano
SERIE IMPERIALE (ZARA E RSI)
2018
L’opera di Flavio Favelli ha per soggetto due francobolli della Serie Imperiale prodotta durante il Fascismo, uno nel 1944 dalla Repubblica Sociale Italiana e l’altro dopo l’8 settembre 1943 a Zara, entrambi con soprastampe. Alla Casa del Popolo di Bazzano e in un ex supermercato Coop (luoghi resi in mostra dai visori di virtual reality) Favelli ha ingrandito i francobolli realizzando due murali site specific di due metri per due. In seguito, utilizzando la tecnica di strappo degli affreschi antichi, ha rimosso i murali dalla parete per trasferirli su tela. “I francobolli di colore viola del Regno d’Italia, Serie Imperiale, coi volti dei reali sulla scrivania di mio nonno, rappresentano una vicenda labirintica di luce e ombre, dove si intrecciano verità e menzogna, giustizia e iniquità sia delle cose di casa, sia della storia del paese.” Tema centrale per l’artista sono le relazioni esistenti e inestricabili tra passato e presente, tra storia personale e storia collettiva, portando la situazione attuale italiana a fare i conti con un passato drammatico non troppo lontano.
dittico, pittura a smalto su muro con malta cementizia trasportato su tela, 2 visori VR
Courtesy: Fondazione Rocca dei Bentivoglio, loc. Bazzano, Valsamoggia (BO)
Opera realizzata grazie al finanziamento dell’Italian Council, 2017
Ente promotore
Associazione culturale Nosadella.due, Bologna
Sede definitiva dell’opera
Fondazione Rocca dei Bentivoglio, loc. Bazzano, Valsamoggia (BO)
attualmente in comodato presso il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
CARTABURRO
2018
CARTABURRO, attraverso le parti di cui si compone l’installazione di Anna Franceschini, esplora l’ampio ed eclettico corpus artistico e teorico di Carlo Mollino (1905-1973), architetto, designer, fotografo e artista, facendone emergere l’eterogeneità dei discorsi che ne sono il fondamento e la varietà degli interessi culturali. Il progetto di Franceschini, che si avvale della ricerca sul linguaggio cinematografico che l’artista porta avanti da tempo, si compone di tre video ispirati ai caratteri formali dei lavori dell’architetto torinese, dalle linee morbide e organiche che alludono al corpo femminile e alla sua performatività. L’installazione si articola in maniera complessa grazie a strutture scenografiche, immagini in movimento e oggetti attivati in una mise en scène. Il risultato è una esplorazione multimediale delle implicazioni psicologiche e sociali dello sguardo sul corpo femminile da parte di Mollino – noto per i suoi ritratti di nudi femminili su Polaroid – e nel contesto più generale della storia delle immagini in movimento.
CARTABURRO (POLAROIDS), CARTABURRO (DEVALLE), CARTABURRO (ARABESCO)
installazione: 2 video 16:9 e 1 video 9:16 trasferiti in digitale (colore, muto), 3 strutture in ferro, 3 schermi LED ULTRA HD. CARTABURRO (props teatrali) tenda di velluto liscio carta da zucchero, luci e filtri per luci
Courtesy: GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo
Opera realizzata grazie al finanziamento dell’Italian Council, 2017
Ente promotore
Associazione culturale Almanac Inn, Torino
Sede definitiva dell’opera
GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo
IL PENSIERO CHE NON DIVENTA AZIONE AVVELENA L’ANIMA
2017- in corso
L’opera ideata da Eva Frapiccini è il frutto di un progetto partecipativo che ha coinvolto archivi storici e centri studi sulle mafie, familiari delle vittime, scuole e biblioteche di Palermo e del resto di Italia, in un percorso di ricerca sui personaggi che hanno caratterizzato la stagione di lotta alla mafia tra gli anni Settanta e Novanta. L’approccio scelto dall’artista focalizza la dimensione intima del lavoro di magistrati, giornalisti, sindacalisti, ispettori di Polizia, o comuni cittadini che hanno speso la propria vita a combattere la mafia. Attraverso la documentazione fotografica il progetto mette in luce gli strumenti ordinari, come appunti, discorsi, registri e agende, raccolti e custoditi nei numerosi archivi privati. L’installazione è dunque un archivio in continuo divenire, accessibile e consultabile, che invita il pubblico ad addentrarsi nella quotidianità delle singole vicende umane.
48 fotografie e 48 cornici, 6 strutture in ferro battuto unite, stampa fine art ai pigmenti su carta Hanhemühle Photo Matt Fibre, cornici in abete, struttura in ferro
Courtesy: Musinf – Museo Comunale d’Arte Moderna, dell’Informazione e della Fotografia, Senigallia
Il video è stato realizzato grazie al finanziamento dell’Italian Council, 2017
Enti promotori
Associazione culturale Connecting Cultures, Milano
Associazione culturale Isole, Palermo
Sede definitiva dell’opera
Musinf – Museo Comunale d’Arte Moderna, dell’Informazione e della Fotografia, Senigallia (AN)
COME DIVENTARE UN PARTIGIANO
2017-2018
Come diventare un partigiano di Alice Gosti – danzatrice e coreografa di formazione – nasce quale performance site-specific di cinque ore, secondo capitolo di un progetto in fieri ispirato ai fatti della Resistenza Partigiana Italiana. La performance è stata presentata al CAOS – Centro Arti Opificio Siri di Terni con quattro interpreti italiani e tre americani e un doppio accompagnamento musicale: il coro di Terni, che ha intonato canti partigiani tradizionali, e un coro polifonico, che si è esibito su arrangiamenti vocali e musiche composte appositamente.
Rilevante e capace di trascendere la realtà locale Italiana, la Resistenza è per Gosti un movimento che parla ai cittadini di tutto il mondo perché sempre più “si deve continuare attivamente a lottare per la democrazia e per un discorso politico, che tuttora è conflittuale e problematico.” L’approccio dell’artista è ideologico e centrato tanto su temi intimisti quanto su valori condivisi come la resistenza collettiva o la scelta di autorganizzarsi per sopravvivere.
Video documentario della performance realizzata il 9.06.2018 al CAOS di Terni (10 min 50 sec), scatola in legno con materiale di studio e illustrativo della performance, scultura di tessuto (disegno di Deborah Trout, installazione di Sandford&Gosti)
Courtesy: CAOS – Centro Arti Opificio Siri, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Aurelio De Felice, Terni. Per la scultura, Courtesy: l’artista
Opera realizzata grazie al finanziamento dell’Italian Council, 2017
Ente promotore
Indisciplinarte, Terni
Sede definitiva dell’opera
CAOS – Centro Arti Opificio Siri, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Aurelio De Felice, Terni
THE FOUNTAINS OF ZA’ATARI
INVENTORY. THE FOUNTAINS OF ZA’ATARI.
HOUSE 90, BLOCK 1, DISTRICT 12
AL ZA’ATARI REFUGEE CAMP, MAFRAQ GOVERNORATE, JORDAN
The Fountains of Za’atari è un inventario dei cortili con fontana costruiti all’interno delle proprie case dai residenti del campo per rifugiati siriani di Za’atari in Giordania. Tema alla base del progetto di Margherita Moscardini è il diritto alla città, ossia se il campo è ripensato come città anziché insediamento temporaneo, facilitare la capacità del residente di organizzarsi in una comunità che si regola e forgia l’ambiente in base alle proprie esigenze significherebbe realizzare un’altra idea di cittadinanza fondata sulla condizione dell’esilio anziché sull’appartenenza territoriale. A Za’atari l’artista ha collaborato con un gruppo di professionisti locali creando un dispositivo di vendita dei modelli di cortile con fontana a istituzioni europee che, pagando i diritti d’autore al progettista siriano, si impegnano a riprodurli come sculture in spazi pubblici cittadini. Per essere attivate come fontane (in mostra quella realizzata da Hussein Mahmoud Al Uqla), alle sculture è applicata una procedura con cui acquisiscono la qualità giuridica di oggetti e spazi extraterritoriali, mantenendo completa autonomia rispetto alla sovranità nazionale del suolo occupato.
61 disegni, oro in foglia, pigmenti puri su carta
Courtesy: Collezione Maramotti, Reggio Emilia
video-documento 4k, no suono, 52 min 14 sec
terra, sabbia, resina sintetica e bronzo
Courtesy: MADRE – Museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli
Courtesy: Fondazione Pastificio Cerere, Roma e Collezione Maramotti, Reggio Emilia
La scultura Inventory. The Fountains of Za’atari. House 90, block 1, district 12, Al Za’atari Refugee Camp, Mafraq Governorate, Jordan è stata realizzata grazie al finanziamento dell’Italian Council, 2017
Ente promotore
Fondazione Pastificio Cerere, Roma
Sede definitiva dell’opera
MADRE – Museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli / Naples
224
2018
DREAM REPUBLIC
2018
Dream Republic (La Repubblica dei Sogni) è una reazione chimica il cui terreno di cultura è il leggendario Grand Hotel Et Des Palmes di Palermo dove, nel 1933, lo scrittore Raymond Roussel perse la vita. Il luogo prescelto è stata la stanza nella quale il poeta francese trascorse le sue ultime settimane, la numero 224, e i reagenti sono stati gli artisti e autori internazionali di diverse discipline, provenienze, attitudini e saperi, invitati a dormire da Trevisani in quella stessa stanza. Sono stati fotografati in maniera del tutto spontanea mentre con i loro corpi e le loro storie hanno costruito un unico e speciale dialogo muto, un monumento scultoreo dedicato alla quiete, al sonno, alla capacità di posare uno sguardo incantato su ciò che ci circonda. Dream Republic si è sviluppato nel progetto/piattaforma Raymond, un omaggio corale a Roussel orchestrato da Trevisani e svoltosi tra maggio e novembre 2018 negli spazi privati e comuni del Grand Hotel. Nel corso dei mesi si sono susseguite opere, interventi, azioni, passaggi, gesti sottili e liminali, raccolti poi nel libro Via Roma 398. Palermo, ispirato al mistero sulla morte dello scrittore.
video 2k, suono 5.1 sound editing: Lorenzo Dal Ri, musica: Michael Kresna
Courtesy: Museo Civico di Castelbuono, Palermo
20 stampe giclée su Hahnemühle Photo Rag, incorniciate
Courtesy: Museo Civico di Castelbuono, Palermo
Opera realizzata grazie al finanziamento dell’Italian Council, 2017
Ente Promotore
Fondazione per l’Arte Onlus, Roma
Sede definitiva dell’opera
Museo Civico di Castelbuono, Palermo
ZERO (WEAK FIST)
2018
La scultura luminosa di Patrick Tuttofuoco è un segno, uno zero espresso dalla mano chiusa in posizione rilassata, con il pollice a contatto con la punta delle altre dita. L’immagine rimanda a quella di un Doriforo disarmato, ripresa dalla tradizione statuaria ellenistica: il rilascio sospeso tra tensione e rilassamento di un pugno semi-aperto è letto dall’artista come gesto accogliente, inclusivo, allusivo del fare umano e della sua vita activa. ZERO (Weak Fist) è un’opera nata quale intervento di arte urbana, presenza gioiosa e al contempo incombente in relazione con le monumentalità dei luoghi storici nei quali è stata finora presentata: l’Arco Augusto di Rimini, il cortile dell’Ambasciata d’Italia a Berlino e la Porta San Donato/Zamboni a Bologna. Al MAXXI viene per la prima volta allestito all’interno di uno spazio espositivo, in dialogo con l’architettura ideata per il Museo da Zaha Hadid. L’opera di Tuttofuoco è dunque un gesto non violento insinuato tra architetture forti e con la sua luce verde segna la persistenza di un pensiero critico.
installazione: luce a neon e acciaio
Courtesy: Museo Nazionale di Ravenna, Polo Museale dell’Emilia Romagna
Opera realizzata grazie al finanziamento dell’Italian Council, 2017
Ente Promotore
Polo Museale dell’Emilia Romagna
Sede definitiva dell’opera
Museo Nazionale di Ravenna, Polo Museale dell’Emilia Romagna
galleria 3
a cura di Eleonora Farina e Matteo Piccioni
La mostra riapre al pubblico dal 2 giugno 2020
ALTERAZIONI VIDEO | YURI ANCARANI | GIORGIO ANDREOTTA CALÒ | LEONE CONTINI | DANILO CORREALE | NICOLÒ DEGIORGIS | FLAVIO FAVELLI | ANNA FRANCESCHINI | EVA FRAPICCINI | ALICE GOSTI | MARGHERITA MOSCARDINI | LUCA TREVISANI | PATRICK TUTTOFUOCO
Nell’anno del decennale, il MAXXI ha scelto di dare grande spazio alla creatività italiana.
La mostra REAL_ITALY presenta le opere vincitrici nel 2017 delle prime due edizioni del bando Italian Council della Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiBACT. Obiettivi del bando: il sostegno e la promozione degli artisti italiani all’estero e l’accrescimento delle collezioni pubbliche, grazie alla produzione di opere di alcuni tra i maggiori protagonisti della scena contemporanea nazionale.
Ne esce una lettura dell’Italia di oggi attraverso lo sguardo dell’arte, capace di raccontare le diverse realtà presenti sul territorio in un affresco del nostro Paese tra passato e presente, tra identità e memoria.
in coproduzione con MiBACT – Direzione Generale Creatività Contemporanea
in testata: Anna Franceschini, CARTABURRO “ARABESCO”, 2018, film 16mm trasferito in digitale, colore – muto, 3:45 min, still da video. Realizzata grazie al finanziamento dell’Italian Council, 2017. Courtesy: GAMeC, Bergamo.
ARTISTS ON DISPLAY
ALTERAZIONI VIDEO
YURI ANCARANI
GIORGIO ANDREOTTA CALÒ
LEONE CONTINI
DANILO CORREALE
NICOLÓ DEGIORGIS
FLAVIO FAVELLI
ANNA FRANCESCHINI
EVA FRAPICCINI
ALICE GOSTI
MARGHERITA MOSCARDINI
LUCA TREVISANI
PATRICK TUTTOFUOCO