mostra
03 Aprile 2019 > 08 Settembre 2019
Paola Pivi. World Record
#PaolaPivi #WorldRecord
orario museo
lunedì chiuso
da martedì a domenica 11 – 19
la biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo
lunedì chiuso
da martedì a domenica 11 – 19
la biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo
fino al 26 novembre alcune gallerie sono chiuse per allestimento; puoi consultare qui le mostre in corso
acquista online
per i giovani da 18 a 25 anni (non compiuti); per gruppi a partire
da 15 persone; giornalisti iscritti all’albo con tessera di riconoscimento valida; possessori biglietto d’ingresso La Galleria Nazionale, Museo Ebraico di Roma; con esibizione della tessera o badge di riconoscimento: Accademia Costume & Moda, Accademia Fotografica, Biblioteche di Roma, Centro Sperimentale di Cinematografia, Enel (per titolare badge e accompagnatore), FAI – Fondo Ambiente Italiano, Feltrinelli, IN/ARCH – Istituto Nazionale di Architettura, Sapienza Università di Roma, LAZIOcrea, Palazzo delle Esposizioni, Amici di Palazzo Strozzi, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Scuola Internazionale di Comics, Teatro Olimpico, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro di Roma, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Youthcard
valido per un anno dalla data di acquisto
minori di 18 anni; disabili che necessitano di accompagnatore; possessori di EU Disability Card e accompagnatore; dipendenti MiC; accompagnatori e guide turistiche dell’Unione Europea, munite di licenza (rif. circolare n.20/2016 DG-Musei); 1 insegnante ogni 10 studenti; soci AMACI; membri CIMAM – International Committee for Museums and Collections of Modern Art; membri ICOM; giornalisti (che possano comprovare la propria attività); possessori della membership card myMAXXI; studenti e ricercatori universitari di storia dell’arte e architettura dell’Unione Europea, studenti delle accademie di belle arti pubbliche (iscritte AFAM) e studenti Temple University Rome Campus da martedì a venerdì (esclusi festivi); docenti IED – Istituto Europeo di Design, docenti NABA – Nuova Accademia di Belle Arti, docenti RUFA – Rome University of Fine Arts; con esibizione della tessera o badge di riconoscimento: Collezione Peggy Guggenheim a Venezia, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Sotheby’s Preferred, MEP – Maison Européenne de la Photographie; il giorno del tuo compleanno presentando un documento di identità
La Collezione di arte e architettura del MAXXI rappresenta l’elemento fondante del museo e ne definisce l’identità. Da ottobre 2015 è esposta con diversi allestimenti di opere.
lunedì chiuso
da martedì a domenica 11 – 19
la biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo
World record, 2018
Materassi, denim, legno, acciaio
Courtesy l’artista, Massimo De Carlo Milan/London/Hong Kong e Perrotin
World record, un’architettura nell’architettura a metà strada tra installazione, scultura e spazio abitabile, interagisce con lo spazio e il pubblico offrendo una strada amichevole per scoprire una nuova dimensione. Il progetto, mastodontico e inverosimile, è una sfida alle possibilità di concretizzare l’immaginazione, l’ennesima lanciata dall’artista che cerca di superare i limiti dell’impossibile. Nonostante la sua imponenza, l’opera mantiene un effetto giocoso e spensierato e la morbida fessura che si crea tra le due distese di materassi invita il pubblico a infilarsi in questo spazio per attivarlo con i suoi gesti. Le leggi spaziali e la gravità sembrano a tratti sovvertite. L’opera offre un nuovo punto di vista sul mondo tramite la creazione di uno spazio inconsueto che non è sufficiente per stare in piedi ma costringe a sdraiarsi, a rotolare o a gattonare. Suscitando comportamenti insoliti, di gioco, abbandono ed emulazione, l’opera crea divertimento e connessioni inaspettate tra i fruitori.
Share, but it’s not fair, 2012
Tessuto, imbottitura, 500 elementi
Courtesy l’artista e Massimo De Carlo, Milan/London/Hong Kong
Un intreccio di centinaia di cuscini appesi a mezz’aria, un ricamo fluttuante e leggero fatto di forme morbide annodate su loro stesse a creare una grafica astratta e tridimensionale. I cuscini sono bicromi, gialli e rossi, fatti con i tessuti degli abiti dei monaci tibetani. L’annodamento dei singoli cuscini, la precarietà dell’appendimento fatto da fili finissimi, la leggerezza, la moltiplicazione, la serialità fanno sì che si formi una collettività nella quale il rapporto tra il singolo e i vari elementi è unico per ognuno di essi ed al tempo stesso reiterato per tutti nell’insieme. L’opera porta un titolo enigmatico: “Il titolo è come un lamento di un bambino a cui è stato imposto di condividere un gelato pur non avendone voglia “Condividi!, ma non è giusto”, dice l’artista.
Scatola umana, 1994
Plexiglass, 10 x 10 x 9 cm
Collezione privata
L’opera è uno dei primi lavori dell’artista, formatasi negli anni Novanta a Milano, tra l’Accademia di Brera e centri dinamici come Viafarini. Sono anni di rinnovo per l’arte italiana che si evolve adottando una nuova risoluzione formale e si concretizza in un’attenzione per l’oggetto e una tensione verso lo spazio oltre l’opera. Scatola umana è una scultura di plexiglass di pochi centimetri che sembra racchiudere il lavoro successivo dell’artista e la sua creatività che si libererà in una moltitudine di linguaggi, medium ed espressioni. Come una monade, un’unità di misura sul mondo, l’opera contiene il tutto “in potenza” presentandosi esteriormente come oggetto neutro, minimale e astratto. Un piccolo cubo fatto di geometria e trasparenza che contiene e ragiona sulle possibilità dello spazio e sulle modalità per poterlo ricreare, rappresentare e modificare. L’opera anticipa l’elementarità e l’univocità dei gesti futuri dell’artista presentando lo spazio così com’è, senza arricchimenti, rimandi o interpretazioni. Un punto di partenza per un altro aspetto ricorrente della futura produzione dell’artista, ovvero quello riguardante la sua mentalità matematica, abituata a ragionare in termini di grandezze, pesi e volumi.
Untitled (gold sofa), 1999
Sofà, profumo Shalimar Guerlain, 22 × 27 × 50 cm
Collezione Gemma De Angelis Testa
Untitled (gold and pink sofa-bed), 1999
Sofà, profumo, 21 × 41 × 46 cm
Courtesy Massimo De Carlo, Milan/London/Hong Kong
Le opere, realizzate tra il 1998 e il 2001, testimoniano l’emergere del design nell’arte italiana degli anni Novanta e presentano una fedele riproduzione in miniatura di divani imbevuti di profumo che impregna l’opera, la impreziosisce e ne dilata la presenza nello spazio. L’opera grondante di liquido subisce nel corso del tempo una metamorfosi del suo aspetto, al tempo stesso ironico e seducente. Oggetti d’arredo, parte della familiarità intima della casa e della storia della persona, simbolo di design, comfort e routine, i divani di Paola Pivi pur mantenendo il loro aspetto formale, perdono quello funzionale, diventando dei preziosi oggetti da collezione. Lo spazio dell’opera viene modificato dalla variazione di scala che, con un impatto immediato e nitido, rende concreta la giocosità della mente dell’artista.
Did you know I am single?, 2010
Pelliccia sintetica, plastica, pittura, resina, 25 x 280 x 244 cm
FZ Collection
La rappresentazione dell’interazione tra l’elemento umano e il mondo animale è costante nella ricerca artistica di Paola Pivi che dal 2006 vive in Alaska, un territorio in cui il dialogo tra l’uomo e la natura è autentico. Did you know I am single? ricorda una pelle d’orso, simile a quella dei trofei di caccia, ma realizzata con pelliccia sintetica quasi a rendere l’opera il risultato di un gioco paradossale. Tramite l’utilizzo di un materiale sintetico, altro da quello originale, l’oggetto assume un significato diverso da quello di un vero tappeto di pelliccia, in cui è possibile leggere la supremazia dell’uomo sulla natura: il rimando al peluche rende l’oggetto ironico e ludico, accompagnando la dimensione melanconica e drammatica. L’opera, d’altro lato, suscita la stessa sensazione di meraviglia degli animali tassidermizzati e presentati come casi di studio nei musei di storia naturale ottocenteschi. Rimane traccia, nonostante il gioco dei materiali, di una sensazione di familiarità che lega il pubblico alla pelle di orso, che sembra essere stata appena prelevata dal camino sopra al quale era collocata, in quanto oggetto che contraddistingue un certo status e appartiene a un determinato immaginario collettivo.
Very fuzzy, 2019
Legno, acciaio, alluminio, motore, piume di pavone, diam. 195 cm
Courtesy l’artista e Perrotin
Queste opere fanno parte di una serie realizzata dall’artista a partire dal 2016 esposte per la prima volta al Dallas Contemporary di Dallas. Telai di ruote di bicicletta adornate da vari tipi di piume, appese a parete, girano a velocità costante su loro stesse, creando un movimento ipnotico. Opere cinetiche che grazie alla scia originata dalle piume restituiscono l’idea di grandi acchiappasogni in rotazione. La coreografia creata dalle ruote piumate sembra pensata per una festa carnevalesca e crea un’atmosfera festosa ma silenziosa, che blocca la percezione dello scorrere del tempo. Le opere generano stupore grazie all’accostamento insolito di oggetti che perdono la loro consueta funzione per acquisire un nuovo significato aperto alla libera interpretazione del pubblico. Richiamo per le opere è il celebre ready made di Marcel Duchamp a cui l’aggiunta di piume e il movimento meccanico conferisce un aspetto sensoriale, magnetico e spensierato.
Galleria 5
a cura di Hou Hanru, Anne Palopoli
Un progetto site specific coinvolgente, dove si alternano opere storiche e lavori più recenti, tra scultura e installazione.
Una gigantesca distesa di materassi che copre più di cento metri quadrati, sovrastata da un’altra, identica ma capovolta, per creare un antro ovattato, uno spazio sottile di gioco o meditazione in cui il pubblico è invitato ad arrampicarsi ed entrare.
All’ingresso, sospesa sopra le teste del pubblico una fitta trama di cuscini annodati su se stessi e colorati di giallo e rosso. Fragranze intense che si diffondono nell’aria dalle sculture di minuscoli divani grondanti profumo. Lo spazio viene totalmente ripensato, il grande e il piccolo si confrontano e le opere incoraggiano l’interazione da parte del pubblico.
Paola Pivi. World record è la monografica che il Museo dedica a questa sorprendente artista, Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 1999. Che si tratti di lavori mastodontici o minuscoli, le opere accattivanti di Pivi cambiano lo spirito del luogo che le ospita e attivano i sensi del visitatore, sovvertendo i confini classici tra spazio pubblico e intimità.
World record © Paola Pivi – Foto © Attilio Maranzano – Courtesy l’artista
Opere in mostra
World record
Share, but it’s not fair
Scatola umana
Untitled (gold sofa)/Untitled (gold and pink sofa-bed)
Did you know I am single?
Very fuzzy