mostra
19 Giugno 2019 > 12 Gennaio 2020
Maria Lai. Tenendo per mano il sole
#MariaLai
orario museo
lunedì chiuso
da martedì a domenica 11 – 19
la biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo
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fino al 26 novembre alcune gallerie sono chiuse per allestimento; puoi consultare qui le mostre in corso
acquista online
per i giovani da 18 a 25 anni (non compiuti); per gruppi a partire
da 15 persone; giornalisti iscritti all’albo con tessera di riconoscimento valida; possessori biglietto d’ingresso La Galleria Nazionale, Museo Ebraico di Roma; con esibizione della tessera o badge di riconoscimento: Accademia Costume & Moda, Accademia Fotografica, Biblioteche di Roma, Centro Sperimentale di Cinematografia, Enel (per titolare badge e accompagnatore), FAI – Fondo Ambiente Italiano, Feltrinelli, IN/ARCH – Istituto Nazionale di Architettura, Sapienza Università di Roma, LAZIOcrea, Palazzo delle Esposizioni, Amici di Palazzo Strozzi, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Scuola Internazionale di Comics, Teatro Olimpico, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro di Roma, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Youthcard
valido per un anno dalla data di acquisto
minori di 18 anni; disabili che necessitano di accompagnatore; possessori di EU Disability Card e accompagnatore; dipendenti MiC; accompagnatori e guide turistiche dell’Unione Europea, munite di licenza (rif. circolare n.20/2016 DG-Musei); 1 insegnante ogni 10 studenti; soci AMACI; membri CIMAM – International Committee for Museums and Collections of Modern Art; membri ICOM; giornalisti (che possano comprovare la propria attività); possessori della membership card myMAXXI; studenti e ricercatori universitari di storia dell’arte e architettura dell’Unione Europea, studenti delle accademie di belle arti pubbliche (iscritte AFAM) e studenti Temple University Rome Campus da martedì a venerdì (esclusi festivi); docenti IED – Istituto Europeo di Design, docenti NABA – Nuova Accademia di Belle Arti, docenti RUFA – Rome University of Fine Arts; con esibizione della tessera o badge di riconoscimento: Collezione Peggy Guggenheim a Venezia, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Sotheby’s Preferred, MEP – Maison Européenne de la Photographie; il giorno del tuo compleanno presentando un documento di identità
La Collezione di arte e architettura del MAXXI rappresenta l’elemento fondante del museo e ne definisce l’identità. Da ottobre 2015 è esposta con diversi allestimenti di opere.
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Un’ampia selezione di Telai, un gruppo di opere che, a partire dalla metà degli anni Sessanta, ha impegnato Maria Lai in una ricerca sui materiali poveri, recuperati o provenienti dalla tradizione sarda, concepita come presa di distanza dalla fase precedente di ispirazione più marcatamente modernista. Nei Telai inizia a comparire come elemento preponderante il filo, al tempo stesso materiale e concetto dell’opera. Così come la vita e la ricerca dell’artista sono attraversate da un desiderio di collegare insieme elementi distanti, l’opera si propone come “filo” di congiunzione per ricucire il senso delle cose. Il Telaio unisce questa riflessione con quella dell’ordito: uno schema di base su cui poter elaborare infinite variazioni. Queste opere, con le successive Tele cucite, diventano per l’artista metafora di una esistenza tesa a trovare nell’arte una possibilità di relazione fra il sé interiore e il mondo esterno. Essere è tessere, titolo della grande azione partecipativa concepita per il paese di Aggius nel 2008, è un dettato interiore che attraversa tutte le sue ricerche legandole in una grande e unica opera di tessitura del mondo.
Lavori apparentemente molto diversi fra loro, spesso concepiti come veri e propri giochi, accomunati dal desiderio di suscitare, in chi li guarda e li utilizza, un rinnovato senso di intimità rispetto all’opera d’arte. Con questa ricerca l’artista rimette in discussione le potenzialità dell’immaginazione come base di ogni processo di apprendimento e conoscenza. Come dichiara nel 1994, ribadendo la lontananza di questa ricerca al solo ambito infantile, “l’arte è il gioco degli adulti”, un invito a rivedere le proprie sicurezze e rimettere in campo possibilità creative di cui si è persa la memoria. A partire dall’inizio degli anni Ottanta concepisce le prime Fiabe cucite, opere che continuerà fino agli anni Novanta in parallelo con i Libri cuciti. Attraverso la rilettura di storie della tradizione sarda o da lei inventate, elabora un mondo di personaggi che vivono situazioni e avventure complesse per poi trovare una via di salvezza finale. Le fiabe, successivamente prodotte in edizione stampata, sono aperte alla libera interpretazione: la stessa Lai utilizza le video animazioni, concepite con il regista Francesco Casu, per darne ogni volta una lettura differente e ugualmente valida. Questa apertura totale all’interpretazione del pubblico diventa evidente nella progettazione del gioco delle carte I luoghi dell’arte a portata di mano ideato come dispositivo di lettura dell’opera d’arte e dello spazio che la accoglie.
La particolare attitudine di Lai a concepire la creatività come forma di dono e di relazione con le persone a lei vicine, siano esse figure a cui è legata da un intimo rapporto affettivo o intellettuale, o poeti e filosofi a cui si sente accomunata. Da qui la presenza nei titoli dei Libri cuciti di citazioni di testi e di poesie amate, così come la pratica di regalare queste opere, nate nell’intimità domestica in un rapporto quotidiano con la materia di cui sono composte. Le scritture simulate dal filo rimandano all’immaginario della prealfabetizzazione e dell’infanzia e sono una modalità di riflessione sul proprio personale vissuto e sui processi di elaborazione collettiva alla base delle forme di conoscenza scritta. Le opere qui riunite spesso sono frutto di una produzione a metà fra azione creativa inconscia e volontà di rendere l’oggetto artistico anonimo; esse testimoniano un paesaggio interiore che vede l’atto creativo come modalità di relazione con le persone e le cose che circondano l’artista. Terracotta, sabbia, stoffa, fili, pane, velluto, smalto e tempere, uniti a materiali trovati e recuperati, concorrono a creare una personale sinfonia di materie e tecniche che, con sguardo lucido e ironico, mette in discussione la riconoscibilità delle forme più elementari. È il caso, per esempio, dei Libri cuciti che si tramutano in Libri scultura, rimandando ai primi rovesciamenti di significato sperimentati per la prima volta nel 1967 nel Telaio Oggetto paesaggio.
Si ispira alla ricerca omonima sviluppata dall’artista all’inizio degli anni Novanta nel corso della progettazione di una azione performativa con i ragazzi di una scuola di Mira. Il tema del viaggiatore astrale è strettamente connesso a quello delle Geografie, una ricerca iniziata alla fine degli anni Settanta e portata avanti da Lai nei decenni successivi che vede nello sguardo verso l’altrove un ulteriore stimolo per la sua pratica artistica. Questi lavori, spesso realizzati a contrasto su fondi scuri o chiari, sembrano invitare a scoprire altri mondi e a inventare nuove cosmogonie. Il tracciato del filo in queste opere diventa linea di riferimento astronomico o tragitto di un viaggio immaginario e, allo stesso tempo, suggerisce possibilità di congiunzione fra pianeti lontani, che emergono quasi impercettibilmente dai fondi delle Geografie come a ribadire la loro lontananza astrale. La necessità di collegare fra loro elementi distanti nel tempo e nello spazio − desiderio sempre presente nella ricerca dell’artista − trova qui una dimensione ulteriore nell’evoluzione della propria identità a partire dalla relazione con l’altro da sé. Mappe, cartigli, forme geometriche che alludono a stelle non ancora conosciute raccontano di universi lontani, ma forse raggiungibili con l’immaginazione.
Una selezione di interventi concepiti per lo spazio pubblico e di azioni partecipative realizzate negli ultimi decenni della sua ricerca a partire da Legarsi alla montagna. Nel 1981 l’artista torna nel paese natale di Ulassai e invita la comunità locale a creare insieme un’unica grande opera collettiva di ricucitura dei legami interpersonali e di quelli, inconsci e ancestrali, fra il tessuto urbano e il territorio che lo circonda. L’opera è il preludio a una serie di interventi, anche permanenti, che Lai realizza a partire dall’anno successivo per il territorio di Ulassai, terminati all’inizio degli anni Duemila con alcune grandi installazioni tra cui L’arte ci prende per mano, un invito a sentirsi sempre accompagnati e rassicurati dalla presenza dell’opera, una dichiarazione che si lega idealmente con il racconto della Fiaba cucita Tenendo per mano il sole del 1984. Nel corso degli anni Ottanta l’artista continua la sperimentazione partecipativa con le comunità attraverso progetti come La disfatta dei varani che avrebbe voluto realizzare a Camerino nel 1983. Il desiderio di coinvolgere nell’opera un pubblico sempre più esteso culmina con L’albero del miele amaro nel 1997, una performance teatrale collettiva realizzata a Siliqua, e nel 2008 con Essere è tessere che vede il paese di Aggius prendere parte a un’azione corale di tessitura collettiva.
L’ultimo capitolo della mostra e si svolge, idealmente, al di fuori dello spazio del museo, proprio nella regione in cui l’artista è cresciuta e dove si è stabilita negli ultimi anni della sua vita. A partire da Legarsi alla Montagna, azione corale del 1981, Lai sviluppa un legame speciale con il paesaggio utilizzando una pratica di dialogo con la natura e il territorio sempre più articolata. All’inizio degli anni Ottanta, in occasione della realizzazione dell’opera Telaio Soffitto, coinvolge altri artisti nella riqualificazione del lavatoio di Ulassai. Questa modalità di collaborazione si ripeterà anche alla fine degli anni Novanta al Museo dell’Olio della Sabina a Castelnuovo di Farfa. Nel corso degli anni Novanta progetta alcuni interventi ambientali nel Comune di Ulassai che confluiranno nel Museo a cielo aperto a lei dedicato e faranno da preludio all’apertura della Stazione dell’Arte nel 2006. Questi interventi ripensano le tecniche tradizionali di costruzione alla luce del carattere idrogeologico fortemente instabile del territorio e diventano un’occasione per ribadire, ancora una volta, la capacità dell’arte di ricucire insieme il senso delle cose. Negli ultimi anni si concentra su interventi a scala urbana, come i Telai realizzati per il paese di Aggius nel 2008 o Andando via, ultima opera dell’artista realizzata nel 2012 nei pressi del monumento funebre dell’amata Grazia Deledda
a cura di Bartolomeo Pietromarchi, Luigia Lonardelli
in collaborazione con l’Archivio Maria Lai e con la Fondazione Stazione dell’Arte
In occasione del centenario della nascita, il MAXXI dedica una grande mostra a Maria Lai (1919-2013), tra le voci più singolari dell’arte italiana contemporanea, i cui lavori sono stati recentemente esposti a Documenta 14 e alla Biennale di Venezia 2017.
Un necessario tributo a una grande artista che ha saputo creare, in anticipo sulle ultime ricerche di arte relazionale, un linguaggio capace di coniugare sensibilità, tradizioni locali e codici globali.
Tenendo per mano il sole è il titolo della mostra e della prima Fiaba cucita realizzata. Sia nel titolo che nell’opera sono presenti molti degli elementi tipici della ricerca di Lai: il suo interesse per la poesia, il linguaggio e la parola; la cosmogonia delle sue geografie evocata dal sole; la vocazione pedagogica del “tenere per mano”. Non una classica retrospettiva, ma piuttosto un racconto che non si attiene a vincoli puramente cronologici e asseconda un percorso biografico e artistico peculiare, caratterizzato da discorsi e intuizioni apparentemente lasciati in sospeso per poi essere ripresi molti anni più tardi.
Attraverso un’ampia selezione di opere, in buona parte inedite, la mostra presenta il poliedrico mondo di Maria Lai e la fitta stratificazione di idee e suggestioni che ha caratterizzato il suo immaginario. Il percorso si snoda attraverso cinque sezioni, che prendono il nome da citazioni o titoli di opere di Lai, mentre nel sottotitolo vengono descritte modalità tipiche della sua ricerca; ogni sezione è accompagnata dalla voce di Maria Lai attraverso un montaggio di materiali inediti realizzati dal regista Francesco Casu. C’è anche un’ultima, ideale, sezione, che documenta le opere di arte ambientale realizzate nel territorio e in particolare in Ogliastra.
Martedì 18 giugno con replica mercoledì 19 giugno la Fondazione Stazione dell’Arte e la Fondazione di Sardegna presenteranno al MAXXI un’anteprima della performance Cuore Mio di Marcello Maloberti (a cura di Davide Mariani, in programma a Ulassai il 21 settembre 2019).
Tenendo per mano il sole, 1984-2004, filo, stoffa, velluto (dettaglio). Collezione privata, Courtesy Archivio Maria Lai. Photo Francesco Casu © Archivio Maria Lai by SIAE 2019
SEZIONI DI MOSTRA
Essere è tessere. Cucire e ricucire
L’arte è il gioco degli adulti. Giocare e raccontare
Oggetto paesaggio. Disseminare e condividere
Il viaggiatore astrale. Immaginare l’altrove
L’arte ci prende per mano. Incontrare e partecipare
Maria Lai e l’Ogliastra
Cataloghi della mostra
Catalogo della mostra 2019
Maria Lai. Tenendo per mano il sole