mostra
11 Dicembre 2015 > 08 Maggio 2016
Istanbul. Passione, gioia, furore
orario museo
lunedì chiuso
da martedì a domenica 11 – 19
la biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo
lunedì chiuso
da martedì a domenica 11 – 19
la biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo
fino al 26 novembre alcune gallerie sono chiuse per allestimento; puoi consultare qui le mostre in corso
acquista online
per i giovani da 18 a 25 anni (non compiuti); per gruppi a partire
da 15 persone; giornalisti iscritti all’albo con tessera di riconoscimento valida; possessori biglietto d’ingresso La Galleria Nazionale, Museo Ebraico di Roma; con esibizione della tessera o badge di riconoscimento: Accademia Costume & Moda, Accademia Fotografica, Biblioteche di Roma, Centro Sperimentale di Cinematografia, Enel (per titolare badge e accompagnatore), FAI – Fondo Ambiente Italiano, Feltrinelli, IN/ARCH – Istituto Nazionale di Architettura, Sapienza Università di Roma, LAZIOcrea, Palazzo delle Esposizioni, Amici di Palazzo Strozzi, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Scuola Internazionale di Comics, Teatro Olimpico, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro di Roma, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Youthcard
valido per un anno dalla data di acquisto
minori di 18 anni; disabili che necessitano di accompagnatore; possessori di EU Disability Card e accompagnatore; dipendenti MiC; accompagnatori e guide turistiche dell’Unione Europea, munite di licenza (rif. circolare n.20/2016 DG-Musei); 1 insegnante ogni 10 studenti; soci AMACI; membri CIMAM – International Committee for Museums and Collections of Modern Art; membri ICOM; giornalisti (che possano comprovare la propria attività); possessori della membership card myMAXXI; studenti e ricercatori universitari di storia dell’arte e architettura dell’Unione Europea, studenti delle accademie di belle arti pubbliche (iscritte AFAM) e studenti Temple University Rome Campus da martedì a venerdì (esclusi festivi); docenti IED – Istituto Europeo di Design, docenti NABA – Nuova Accademia di Belle Arti, docenti RUFA – Rome University of Fine Arts; con esibizione della tessera o badge di riconoscimento: Collezione Peggy Guggenheim a Venezia, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Sotheby’s Preferred, MEP – Maison Européenne de la Photographie; il giorno del tuo compleanno presentando un documento di identità
La Collezione di arte e architettura del MAXXI rappresenta l’elemento fondante del museo e ne definisce l’identità. Da ottobre 2015 è esposta con diversi allestimenti di opere.
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da martedì a domenica 11 – 19
la biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo
Un roseto con boccioli dagli infiniti colori: è così che si presenta Gezi Park, a Piazza Taksim, nei primi giorni d’estate del 2013. Migliaia di cittadini occupano il parco per manifestare contro la sua demolizione, proposta nell’ambito di un controverso progetto di sviluppo urbano che potrebbe distruggere il cuore di Istanbul. Gruppi eterogenei di persone uniscono le loro forze per proteggere la propria città. La dura reazione della polizia innesca manifestazioni pubbliche in tutta la Turchia: i cittadini iniziano a esprimere apertamente il proprio dissenso nei confronti dei cambiamenti proposti dal governo in ambito economico e di pianificazione urbana, e nei confronti delle limitazioni imposte alla libertà di stampa e di espressione, e all’orientamento conservatore del governo. A causa della violenta repressione esercitata dal governo, il movimento alla fine si dissipa, lasciando alle spalle numerosi feriti. Oggi le proteste hanno ceduto il posto a profonde riflessioni, a discussioni critiche e ad atti di resistenza quotidiani.
La città di Istanbul ha affrontato negli anni un drastico processo di trasformazione urbana. L’espansione irregolare, iniziata con le migrazioni dalle campagne verso la città degli anni quaranta e segnata dall’edilizia abusiva degli anni sessanta, ha causato nella seconda metà del XX secolo una trasformazione della città con inevitabili cambiamenti culturali e sociali. Parallelamente le soluzioni fornite da TOKİ (Toplu Konut Idaresi – Housing Development Administration) stanno modificando radicalmente il volto della città. Ma Istanbul è pronta per il cambiamento? Architetti e professionisti sono alla ricerca di soluzioni alternative per uno sviluppo sostenibile e gli artisti sono impegnati a presentare il pluralismo culturale di Istanbul attraverso indagini dello spazio, della gente e delle ideologie che strutturano la tensione tra democrazia e globalizzazione.
Istanbul incarna la continua ricerca di mediazione tra oriente e occidente: è stata campo di sperimentazione di nuovi progetti, ma anche luogo di duri confronti sociali e politici. Problematiche che riguardano l’identità culturale, i diritti civili, la crisi ecologica e la fede religiosa sono da sempre insite nella vita della città, ma dopo gli scontri di Gezi Park le piazze, i muri, le scalinate, raccolgono le tracce della trasformazione, della protesta e i segni del continuo processo di ridefinizione degli spazi pubblici e privati. In questo scenario di azioni collettive e auto-organizzate possiamo resistere fronteggiando la frammentazione sociale con una nuova consapevolezza di libertà. C’è un’urgenza di espressione pubblica in cui le azioni, le ideologie politiche e i simboli del dissenso hanno un nuovo territorio di esplorazione.
Nelle metropoli come Istanbul, con i suoi 14 milioni di abitanti, l’idea di lavoro e le sue condizioni subiscono scosse continue. Dalla fine degli anni ottanta, a causa della trasformazione del tessuto urbano, le piccole industrie manifatturiere vengono infatti dislocate nelle periferie. Al loro posto sorgono uffici finanziari e negozi di brand internazionali. A produrre merce ma anche a erigere ponti, grattacieli e aeroporti, c’è una popolazione spesso fragile perché senza diritti. La stessa fragilità è condivisa da chi abita e lavora in quei grattacieli. Qui, dove il lavoro è pura prestazione, c’è l’illusione di essersi liberati dallo sfruttamento e di aver consapevolmente scelto di lavorare senza sosta. Dal talento di artisti e architetti, che fanno propri questi temi, emergono testimonianze e soluzioni innovative. La domanda Dovremmo lavorare sodo? invita a mantenere uno sguardo attento sulla relazione che si ha con il lavoro e a sentire che le proprie conoscenze sono un sapere unico.
Quando la Turchia fece il suo ingresso nel mondo industrializzato, Istanbul divenne presto il centro più importante del Paese. Negli anni cinquanta e sessanta le popolazioni migrarono in massa dalle campagne verso la città. Tale trasferimento portò con sé importanti cambiamenti culturali ma anche conflitti sociali. I cittadini non musulmani furono vittime di una purificazione etnica che spinse gran parte di ebrei, greci, armeni e levantini a lasciare il Paese. Negli ultimi decenni, inoltre, il conflitto tra Turchia e PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) ha provocato l’emigrazione della popolazione curda verso occidente. Eppure oggi la Turchia sta cercando di accogliere 2 milioni di rifugiati siriani. Ci si chiede se Istanbul possa davvero essere la casa di tutti.
Come può una delle città più antiche del mondo riuscire a proiettarsi nel futuro? Istanbul è tra le megalopoli più contraddittorie e affascinanti: primitiva e utopica, antica e futuribile. Il futuro di Istanbul e della Turchia è definito anche dai conflitti: l’espansione economica che acuisce il divario fra le classi sociali, la difficile relazione tra le differenti etnie e la necessità di avviare un reale processo di democratizzazione. Le narrazioni della mobilitazione di Gezi Park del 2013 manifestano i timori e l’agitazione per un presente opprimente, ma anche un nuovo senso di apertura e voglia di futuro. Domani, davvero? è l’ultima tappa del percorso di mostra dove le pratiche artistiche si offrono come il vero laboratorio del futuro.
Tre studi di architettura emergenti (Herkes İçin Mimarlık / Architecture For All, PATTU, SO? mimarlık ve fikriyat) sono stati invitati a interrogarsi sulla realtà fisica e sociale degli spazi pubblici di Istanbul e a realizzare un’installazione site-specific nelle gallerie del Museo. Prendendo come punto di partenza la “spontaneità” con cui le comunità di Istanbul abitano gli spazi pubblici, il progetto intende dar voce a nuovi interventi architettonici in equilibrio tra formale e informale, tra costruito e non-costruito.
Agli architetti è stato chiesto di immaginare una tipologia architettonica sperimentale che nasca dalla conoscenza della città e di sviluppare una nuova metodologia d’utilizzo di tale spazio, basandosi su ricerche ed esperienze personali.
Gallerie 1, 2 e 2 bis
a cura di Hou Hanru con Ceren Erdem, Elena Motisi e Donatella Saroli
La passione per la creatività,
la gioia che emerge dal raggiungimento degli obiettivi,
il furore della critica.
Continua il viaggio nelle realtà culturali del bacino mediterraneo e nelle relazioni fra Medio Oriente ed Europa. Dopo la mostra Unedited History sull’arte contemporanea iraniana, il MAXXI arriva a Istanbul.
Un percorso attorno a grandi opere e nuove produzioni
con approfondimenti e testimonianze degli artisti.
Istanbul. Passione, gioia, furore affronta le dinamiche, i cambiamenti e le esigenze culturali della Turchia, in particolare della città di Istanbul, ponte fra Occidente e Oriente.
Partendo dalle recenti proteste a Gezi Park, la mostra affronta cinque grandi temi del contemporaneo: le trasformazioni urbane e la gentrificazione; i conflitti politici e l’ identità culturale; i modelli innovativi di produzione; le urgenze geopolitiche e la speranza.
Gli artisti e architetti invitati:
Hamra Abbas, Can Altay & Jeremiah Day, Halil Altındere, Emrah Altınok, Architecture For All (Herkes İçin Mimarlık), Volkan Aslan, Fikret Atay, Atelier Istanbul: Arnavutköy, Vahap Avşar, İmre Azem & Gaye Günay, Osman Bozkurt, Angelika Brudniak & Cynthia Madansky, Hera Büyüktaşçıyan, Antonio Cosentino, Burak Delier, Cem Dinlenmiş, Cevdet Erek, İnci Eviner, Extrastruggle, Nilbar Güreş, Ha Za Vu Zu, Emre Hüner, Ali Kazma, Sinan Logie & Yoann Morvan, Networks of Dispossession, Nejla Osseiran, Ceren Oykut, Pınar Öğrenci, Ahmet Öğüt, Didem Özbek, Şener Özmen, PATTU, Didem Pekün, Zeyno Pekünlü, Mario Rizzi, Sarkis, SO?, Superpool, ŞANALarc, Ali Taptık, Serkan Taycan, Cengiz Tekin, Güneş Terkol, Nasan Tur.
I CAPITOLI DELLA MOSTRA
A Rose Garden?
Ready for a Change?
Can We Fight Back?
Should We Work Hard?
Home for All?
Tomorrow, Really?
To Build or Not to Build?
Cataloghi della mostra
Catalogo della mostra
2015
Istanbul. Passione, Gioia, Furore