Prospettiva comune di Esther Stocker

MAXXI e ATAC insieme per portare l’arte contemporanea fuori dal Museo in occasione della riapertura della stazione Vittorio Emanuele della Metro A.

Esther Stocker, una delle 19 artiste presenti al MAXXI nella mostra Ambienti 1956 – 2010. Environments by women artists II, reinventa completamente l’atrio della stazione con l’opera site specific Prospettiva comune (2024).

Esther Stocker
Prospettiva comune, 2024
Nastro nero, pellicola bianca
Courtesy l’artista

Prospettiva comune è l’opera d’arte pubblica progettata da Esther Stocker per la stazione Vittorio Emanuele.

Nastro adesivo nero su sfondo bianco ricopre pareti, soffitto, pilastri e dispositivi di accesso secondo un fitto sistema di linee ortogonali; una serie di elementi geometrici ancorati al soffitto e disposti a terra lungo le navate laterali di questa cattedrale metropolitana intensificano l’effetto di moltiplicazione dei piani che intercettano lo sguardo dei passanti. La marcata struttura della griglia trasforma completamente l’aspetto dell’ambiente, producendo un movimento prospettico di superfici orizzontali e verticali. I passanti che percorrono l’area di ingresso della stazione in tutte le direzioni, grazie alla loro personale percezione dello spazio, diventano un elemento indispensabile per attivare l’opera e cogliere il disorientamento e l’ambiguità spesso causati dalla realtà circostante. Il termine “prospettiva” contenuto nel titolo fa riferimento al sistema di elaborazione grafica seguito per progettare l’opera e, allo stesso tempo, all’idea di una visione che tende al futuro, un punto prossimo o lontano verso il quale le persone che attraversano questo luogo d’incontro inconsapevole e veloce proiettano il proprio sguardo.

Lo struttura di linee e superfici nere e bianche ideata da Stocker per l’atrio della stazione Vittorio Emanuele, riprende la sua prima opera ambientale realizzata a Bolzano nel 2004 e riprogettata nel 2024 per la galleria 4 del museo MAXXI nel contesto della mostra Ambienti 1956-2010. Environments by Women Artists II.