L’Italia di Le Corbusier
A cura di Marida Talamona
Mondadori Electa
2012
304 pagine
L’Italia ha avuto un ruolo importante nella formazione umana e professionale del più grande architetto del Novecento. Se negli anni dal 1907 al 1921 l’Italia è soprattutto un oggetto di studio per il giovane Jeanneret che compie i suoi viaggi di formazione, a partire dai primi anni Venti iniziano i contatti personali con esponenti della cultura italiana contemporanea, soprattutto in campo artistico e letterario. Dal 1926 gli architetti razionalisti italiani ricercano Le Corbusier e per tutti gli anni Trenta instaurano con lui stretti rapporti, in particolare a Milano, Roma e Venezia. Dopo il conflitto mondiale i rapporti riprendono intensi. Le Corbusier torna più volte in Italia nel secondo dopoguerra: a Bergamo nel 1949 in occasione del VII CIAM, a Milano invitato dalla Triennale a partecipare al convegno internazionale “De Divina Proportione”, a Venezia alla Conferenza internazionale degli Artisti e alla scuola estiva dei CIAM, a Torino, ed infine a Firenze dove nel 1963, a Palazzo Strozzi, è allestita la prima grande esposizione italiana dedicata all’opera lecorbusiana. Nei primi anni Sessanta, alle occasioni artistiche si aggiungono quelle professionali con gli incarichi dei progetti per la fabbrica Olivetti a Rho e per l’Ospedale di Venezia. Il volume è illustrato anche grazie al contributo della Fondation Le Corbusier e al suo ricchissimo archivio iconografico.